Il fuoco, soggetto, a che cosa? Cancellare il che cosa.
A? a?
A mano a mano che l'andare, la promenade spiralica procede nella sottrazione oggettuale. Il corpo in questo inferno deliziosissimo che è il corpo, il corpo immagine musicata all'infinito nel frammezzo in questo purgatorio che va disvitandosi, il paradiso è questo fuoco senza sostanza, fuoco insostanziale: canta, ed è il più forte. Sensazione: senza azione, a che fonte collegare questo sorgere, questa epifania cantata da luci, questa rotazione, questo riso del(l'uni)verso, tutto è moltiplicato in questo uno, ma se l'uno è l'infinito, sarà motliplicato per l'infinito, ed una scrittura trascrive in segni di potenza: elevato ad infinito. Idest: il senza azione senza fonte, incollegabile, qui esplode, partirono in quattro, sì, in quattro se ne vennero quattro le cantiche, è lo squartamento a non conchiudersi, nevermore, mai più, sempre di più.
Fuoco: relazione. Insostanziale. Più reale d'ogni reale. Cioè il non esistente od essente per la sua stessa inqualificabile eccellenza, il superatore di più che tutto, il devastatore per eccesso di ogni metafisica...