La circolarità di tale solitudine è tremenda; oltrepassa ogni bellezza, la include e la trascende in un rapporto che esclude la complanarità perché esclude il piano, essere è essere in tale morte vivi, non avere viso, magari, e bella parea morte in suo bel viso; ed il post-scriptum afferma che dall'ipotesi arbitraria di un passato sorgono immagini, da quella di un futuro fluiscono segni, ecco una descrizione del taglio incalcolabilmente profondo ed esteso, nella sua superficialità che istituisce il presente in tutta la sua impossibilità (la fuerza de la nada).
Un'esilissima figura, un segnale appena di fumo, piccolissimo, all'estremo limite del visibile, è stata richiesta, con gesti delle dita, nel tenue svanire della voce in soffio e richiamo, poi la committente si allontana ritirandosi e ritraendosi, un otto d'infínito in oro è la maschera dell'ombra continua segretissimo a spiare la vita, l'installatore di piste resta solo a fabbricarne quante ne occorrono e a formulare domande, fuoco e vento, una strana sabbia, riflessi delle luci di posizione ancora lontane sulle acque della notte, manovre sempre più indecifrabili sul lato sinistro dell'emisfero.
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