giovedì 27 giugno 2024




A loro, l'archetipo di una elegia incompletabile, possa
tu camminare nella luce
le tue parole risuonare nella gioia fosse
pure un canto d'angeli di sirene o 
lo stridere delle arpie saper camminare
senza che vi sia un cammino lungo
il sentiero per cui non si va e non si viene




 





mercoledì 12 giugno 2024






pornografia da tutto: tale il canone, indeducibile se non a posteriori. L'informazione ritorna alla fonte che la emette - nel suo operare singolarissimo l'informazione è proprio questa. Ella gode: di fantasmi e della generatrice di fantasmi, la materia tutta, smisurata, della quale fa parte, che fa parte di lei - se non ne gode è violentemente oppressa; scrivere è un rischioso confronto proprio con tale questione. che s'infilasse e sfilasse la calza di seta costituente per l'occasione tutto il suo abbigliamento, là risiedevano tutto il desiderio e la soddisfazione del desiderio - questo il rapporto - i capelli ricadevano su una nudità completa, nel tremito dell'abat jour che appena rischiarava la scena, nulla che lo specchio riflettesse. Tomistica la discendenza, il godimento supremo gli derivava da simulacri del posteriore femminile, calchi effettuati a vivo in diretta con creta o gesso, una delicata scivolosa umidità; possibile, anche se di non facilissima attuazione l'entrata nei "territori magici", dei "comportamenti alternativi", impensabile uscirne o tornare indietro, più che il principio di realtà la fine. Con tutti gli organi del corpo e non solo, conosciuti o sconosciuti, ricercati questi piaceri e il loro svanire in quel godimento estremo nel quale tutto si ribalta, quel notissimo punto di dissolvenza in seno all'ignoto.









venerdì 7 giugno 2024

per b

A che mani e che occhi.

Envoi e dedicatoria. Paratesto, antepagina. Cara ragazza a quali orari. Il tempo divoratore nel dramma barocco. In uno scenario dal quale è assente ogni ragione che ragione perdere. Cara ragazza in che giorno. Dissero di lasciarla in pace. Eppure la frase troncata. In quale aion, donzella. Per grandi cortesie sottintese e retroagenti veggenze. La natura è sinonimo di telefono. Dire piuttosto come e quanto si orientalizzi il tempo, virando su congiuntivi e schiarimenti illusori, si riprenderà dal peggio nella notte, linee occupate. Si rilegga non potendosi mai leggere per la prima volta, l'ultimissimo bizantinissimo scartafaccio tascabile, la spettrale maquette impressa chissà dove e come, amiche carissime, lo si faccia pure guardando la tv e avvertendo il persistente sottofondo della solitudine, sabato sera. Utilizzerebbe qualunque cosa gli si lasciasse, anche una piuma di coniglio, disse ammiratissima la giovane signora nel suo ovale tahitiano, ma lei non era da meno, nel luogo più splendido e felice dell'universo chiamato casa. Stati di grazia cui si attaccano svariate leggende. Non sopravvivono alla presenza (i dubbi). Sudatissime le danzatrici, che nella pausa si libravano sui loro muscoli sommariamente fasciati e generosamente scoperti, quali emozioni dal rosseggiare della chioma un po' scossa e dalla luminosa repentina bianchezza del viso. "Perché siete fatta all'incontrario, gran dama" (ex Lafferty). Scrivere come leggere e sfogliare, senza fermarsi; la perfezione non può che eternamente ricominciare, il terrore nella stesura diminuire per poi cessare, il foglio si prende tutto, i suoi organi sono assolutamente imprevedibili, e lo rimanda altrimenti; da plurimillenarie ere attendeva quella figura (preiniziali le dualità), il suo fine ornato aperto su più lati al sovrasensibile. Come in una compilazione ipnotica: l'unica, guardarla, ascoltarla. Nient'altro. L'arcuarsi molteplice di docilissima sinuosità, fasciata di blu che varia di elettrico in pervinca, le cerniere chiuse; l'oro che discende luminoso e variabile in una fluidità di miele, perfettamente racchiuso nello spazio che lo contorna, del quale non si dà misura che nel disegnarsi stesso della sua profusione in una tenue luce, finché vi è respiro se ne sogna, non torturatela, avvolgetela in incantesimi di carezze con o senza pretesti terapeutici sequenze diagnostiche e cose affini per tutto il suo essere un tremito sottile della mano, subito nel toccarsi di chi e di che cosa, come, una primaria voglia d'amore, in dualità preiniziali.







envoi


per tetre oscurità gotiche nella notte nera
più che l'altrove sia
l'altro da ogni dove sia detto
lorsignori, in uscita dal luogo geometrico e non
del piscio e della merda
detto nella lingua se lingua si può dire
della nonadecima decade, quella degli scassi e
degli sfracelli










mercoledì 29 maggio 2024

 



ridicendosi niente a che fare qui via di qui via dal punto non avendo altra scelta che scrivere la propria via d'uscita, una donna forse anche o ben più d'una fra riosecco san giacomo e frabosa ecco da quelle parti lì di un'immortalità sottratta persino all'eterno, una stanza piena di giocattoli, un sacrario metatestuale ove fuggire e restare in un moto fuori d'ogni definizione e controllo, il sipario che si apre e si chiude senza posa sul cancan fra il fiume e lo scintillio di vassoi e bottiglie, un buio fa tutto ancor più splendido, aquiloni sempre più in alto nel cielo schiuma trabocca da boccali quanta vita quanto amore














martedì 21 maggio 2024




Il fuoco, soggetto, a che cosa? Cancellare il che cosa.
A? a?
A mano a mano che l'andare, la promenade spiralica procede nella sottrazione oggettuale. Il corpo in questo inferno deliziosissimo che è il corpo, il corpo immagine musicata all'infinito nel frammezzo in questo purgatorio che va disvitandosi, il paradiso è questo fuoco senza sostanza, fuoco insostanziale: canta, ed è il più forte. Sensazione: senza azione, a che fonte collegare questo sorgere, questa epifania cantata da luci, questa rotazione, questo riso del(l'uni)verso, tutto è moltiplicato in questo uno, ma se l'uno è l'infinito, sarà motliplicato per l'infinito, ed una scrittura trascrive in segni di potenza: elevato ad infinito. Idest: il senza azione senza fonte, incollegabile, qui esplode, partirono in quattro, sì, in quattro se ne vennero quattro le cantiche, è lo squartamento a non conchiudersi, nevermore, mai più, sempre di più.

Fuoco: relazione. Insostanziale. Più reale d'ogni reale. Cioè il non esistente od essente per la sua stessa inqualificabile eccellenza, il superatore di più che tutto, il devastatore per eccesso di ogni metafisica...






lunedì 13 maggio 2024

A Baubò



Tornano metafore crude del nutrimento
Seni minimi movimenti del tratto su carta
Istantiformi capezzoli quasi punti inestesi e
Pupille a figurare tutte le visioni, l'estasi e
Nessun oggetto. per baubò i cui occhi sono capezzoli e i capezzoli occhi, zone erogene schizzate in cielo e nulla che di lontanamente simile ad un organismo - alzando la veste rese felice una dea e interruppe una disavventura









Ars poetica del gatto



Il gatto alterò l'uso degli shifters o embrayeurs,
fece una mezza strage
l'altra mezza la riservò al plenilunio
prese nota che grande è la Diana degli efesini
ora lavandosi di gelide lacrime pagane
la poesia è il mio corpo femmina



martedì 7 maggio 2024




grida se pompa donna o uccello non c'è differenza
è la madonna nel bocca a bocca a pompare
e giù di lì fa risuonare oro e orrore nell'aurora
sono silenzi



mercoledì 24 aprile 2024

Nota paradisiaca



Il fuoco dell'inferno, al calor bianco, costituisce il paradiso. Motivo (in senso musicale e non) l'amore. Questa bestemmia. Castrata e squartata. Il bue. Il bue è l'amore universale e quello particolare.
Il fuoco d'inferno è fuoco da cucina. Quello purgatoriale da fornello alchemico. In paradiso solo luce: punto di cottura, levitazione e lievitazione perfetta.
Il bue, squartato, va all'inferno, passando per i quattro punti cardinali, percorrendo tutte le direzioni intermedie, quelle possibili e quelle impossibili.








giovedì 4 aprile 2024

manoscritture









 


dalla vergine collana di mercurio circuisce la voce
qui fingi paradisi inferni estati inverni

"non ho segni in viso"
disapposto artisan leccando e leccando si legge elencando

sono non termina
ridi questi versi

è ciò che lasciarsi fare
che si scuotano i sonagli
non definendo el baroco che uno sfonare

di che cifra c'è
qui leggersi
l'unicordo "non ho segni in viso" romanza
velvety or frosty desaparecimiento into the smoke



martedì 26 marzo 2024


In principio erano una fanciulla splendida
fatta dal serpente, lo stupro e la pisciata
qualcosina in più, il gatto un gatto in meno
proiettiva e fantasmata lei la tigre tigre the tiger

artrat: in principio era l'agguato nello scartafaccio,
la mano guantata, il pugnale affilato, la frusta
per eccitarti my hermosa, il gatto è matto
il gatto è un killer è un macellaio (es un matadero)
(partito l'elemento caldaia: ghisa esplose, un quintale)

la bambina per la via traversa ha il grembiule ed un nastro colorato lega la treccia la bambina prende il gatto per la coda per la coda il gatto prende la bambina bambina bambina gatto gatto gatto shantih shantih come oscilla il gatto bambina che fai gatto bambina non c'è che una via per calare agli inferi porta in paradiso sulla via c'è una bambina


lunedì 25 marzo 2024

Taza de moro


Tiene un cifrario di sangue,
una combinatoria di schiuma, è rosso è rosso
divora la luce in un pestaggio di bollicine
in un sogno di calore
sperma agli orli
labbra bagnate nell'inversione dell'urlo
ciprina che cola
xe la taza de moro
in un macello di luce essa è viva.



venerdì 22 marzo 2024

hommage à w. s. burroughs ii









 


Le forme della commedia, ed ogni commedia è divina, la dissipazione ed il nulla, e quella dimensione donde si va dall'ironia al vago. La tragedia ne mostra il dolore realizzandola, la commedia ne fa sofisticati organi del diletto.




mercoledì 20 marzo 2024

Promemoria


una volta c'era una rana e non c'era una volta una rana - per metà, l'altra metà il doppio, i doppi a non finire. doppia, doppia senza fine - erano queste fabule a pensarsi fra sé.
risse teologiche o meno non portano a nulla nel fittizio planetarium, piuttosto in qualche forma delle donne, delle danze e quanto al resto si verifichi che queste cose non saranno che l'inizio dei dolori. Aurore che ancora hanno da sorgere - e notti calare, vediche altrettanto.
eventi misterici, clonazioni dai e dei flli grimm, ulteriori raccoglitori e propagatori di fiabe in sere così splendide non segnate negli annales di nessun anno, piuttosto qui, fuori dei timori in cuore di neri destini nei quali ciascuno tirava merda ai propri mulini come da un mondo che senza cambiare invecchia.
Ingarbugliamenti e complessificazioni - rottura di simmetrie nel decorso delle partiture sinfoniche. fasi della cosiddetta derealizzazione, silenziosamente auto si fermano intorno alla cappella funebre immersa nella verdissima quiete della campagna, il ciambellano nella sua funzione di autista impassibile legge il bouquin che tiene in mano nella immobilità del posto di guida, figure convergono sullo spiazzo antistante l'entrata; leggeri movimenti fra le fronde accarezzate dal vento divengono riflessi su metallizzate carrozzerie insieme alla ritmica antica delle pietre. Innanzitutto le figure femminili, nelle focali del regista, sparse un po' dappertutto, fosse l'ingresso d'un atelier di moda, sartoria o loft, foss'anche un santuario, agli estremi bordi del visibile vi si vedono stemmi con fulmini, loti e fiamme.
italia anni novanta, il non luogo per eccellenza, negazione attualizzata di ogni nunc stans, evidente che vi si ambientino promemoria per il ciambellano con dichiarate tonalità rococò. Ammettere allora allegramente i refusi le sviste e gli errori, nella consapevolezza di non esservi alcunché di corretto, o men che mai di giusto. italia anni novanta, il non luogo per eccellenza antieuclideo e anticartesiano.