recognitiones
venerdì 22 aprile 2022
stanze d'attesa per l'orchessa (446)
lunedì 21 marzo 2022
paolo thea
Fu Jarry, con un certo anticipo sulla nozione situazionista (e non solo, di détournement, stornamento e altro) a indicare come unico degno compito quello di rovinare le rovine. Superamento dall'interno del nichilismo o sua elezione a dimora privilegiata, pratica ardua a effettuarsi e a riconoscersi. È indiscutibilmente su questa linea che si collocano le operazioni scrittorie condotte da Paolo Thea nelle sue opere, dalle "Note di viaggio" a "Profanazione" fino al recentissimo "Interiormente figure" (ed. Toso - Torino 1995). Identificabili quanto raffinati i pretesti: ripensare il passato contro il presente fuori da ogni istanza conservativa, depotenziare le categorie temporali, restituire l'arte alle follie che la suscitano e a quelle che suscita (un problema di genesi prima che di struttura), riportare dunque il racconto che con questa si identifica per sostituzione o sovrapposizione alle potenze destabilizzanti dell'antinarrativo, ridimensionando definitivamente le pretese veritative di qualunque ermeneutica.
Ecco quanto nell'opera di Thea accade, sotto le maschere, invero mentite spoglie, della "storia", della "filologia" e della "critica" che già hanno subito, fino ad un punto di non ritorno, l'onda d'urto della decostruzione, sebbene pressoché all'insaputa dei loro gestori ufficiali ed istituzionali. Il racconto dell'arte riprende da qui: dai doppi legami in cui si muove chi, tramite la scrittura, si colloca nell'improbabile relazione che vincola e divide il vedere ed il parlare.
Il libro, che qui ben ci si guarda dal riassumere (poiché è già in sé una summa), dallo schedare e dal recensire potrebbe definirsi, in termini mozartiani, un catalogo delle seduzioni. Compilato però dal commendatore di pietra che coniughi in sé vocazioni borgesiane e cattivo sentire post-fluxus. Nessun tentativo di ingraziarsi il lettore: se non in simulata non vi è captazione di benevolenza. Ed è pienamente logico, in un'opera di schegge enciclopediche, il cui motivo centrale non sta nell'iconoclastia, costantemente adombrata e riproposta e neppure nel culto delle immagini sotteso all'essenziale ma ricco percorso iconografico scelto, quanto nella rivelazione d'un'intima solidarietà e d'un profondo (quanto devastante) interagire fra i due fattori e lo stesso vale per lo spinoso affaire del reciproco implicarsi di qualunque ortodossia e qualunque eresia.
Sullo sfondo sono avvertibili le ipotesi che fra vedere e parlare lo scrivere non tracci alcun cammino ma introduca fatalità, compulsioni e discontinuità incolmabili, che nessuna garanzia di senso distribuisca a priori o restituisca a posteriori funzioni immutabili o fossero pur vaghe verisimiglianze. La meditazione sommessa su Paolo Uccello, qui ripresa da "Profanazione" cripta al suo interno trasgressioni irreparabili (scopra il lettore quali) e rivelazioni discrete che potrebbero sovvertire finanche gli studi storici ed artistici, non senza profitto, nell'improbabile caso questi trattenessero con il proprio oggetto, refrattario e fantasmatico, un qualche rapporto.
Raccontare così per via d'un embricarsi d'antiracconti, diviene un attentato perpetuo alle narrazioni istituite. All'invito al viaggio, garbato e settecentesco, si sostituisce in varie forme un invito al saccheggio. Al platonismo sui generis di Dürer pare unirsi l'indicazione di Benn sull'unica felicità che ci è concessa, quella delle immagini endogene ed endomorfe. Dentro a che cosa è tema d'ancor altro affabulare, il nostro, forse, di lettori.
giovedì 10 marzo 2022
il gatto egizio
venerdì 11 febbraio 2022
promemoria
I
La figura invisibile che si dischiuse dalla melma alla luce
Che è seduta su un loto
Che naviga su di una nave
Che muta forma ogni ora seguendo i segni dello zodiaco
Il meriggio dunque il crepuscolo un'oscurità tre volte oscurata
I misteri damascius, nella copula del piede e della corda tesa una
Nudità sette volte denudata, ingabbiata in una grata
Chiusa nell'orbita di rivoluzione e rotazione su e da sé
Dickinson lettera quindici danzatrice palco
Ritmo in disparte
Io un fantasma che recita la storia
Sfuggita alle ombre della morte e qui
Prosegue sospendendosi, nell'anniversario del gioiello
Smarrito. Prosegue in grossi tratti di pennarello
II
Che figura avvinghiasse un trono sospeso per aria
E volasse sotto distese di fogli scritti.
Continua nei gesti di un incantesimo, di una fiaba
Una glossa, una ninfa forse di crepuscolo il
Terminale di luce di una qualche aurora dorata gli
Occhi - azzurro un soprannome nella copula della
Mano e del dorso, del piede e della corda tesa, rompersi
In pezzi, tutta la follia di un contorsionista, diventare
Feticisti fino alla bava, ritrovare l'insieme del didietro
Dell'occhio e del piede, continua a matita in un
Pulviscolo di grafite che rammemora la tenebra e l'ombra
Evoca: la cessazione del dolore.
venerdì 28 gennaio 2022
domenica 5 dicembre 2021
la vecchia baubò
mercoledì 6 ottobre 2021
[sirventese degli autogrilli parlanti]
sirventese degli autogrilli parlanti dei timorati e delle porche,cauda degli epigoni,l’uno che tira l’altra che molla,sesso estremo in stanze silenziose,questa lanugine dorata soffice siccome seta-così innocente,così pura
martedì 31 agosto 2021
[lasciare detto niente]
lunedì 16 agosto 2021
[della letteratura]
mercoledì 11 agosto 2021
compostxt: riccardo cavallo : notes magico 1 e 2
lunedì 9 agosto 2021
inventario del bagatto
Inventario del bagatto o bagascio emanazione maschile di bagatta o bagascia summa pseudoiconologica bagattella prima e insieme ultimissima.
Sta in solitudine entro un’arida campagna, dal suolo tre ciuffi d’erba - l’albero disegnato all’orizzonte contro un cielo incolore tiene nella mano dx fra il pollice e l’indice una palla od un disco gialli mentre la sx dirige obliquamente verso il suolo una bacchetta il viso volto a occidente il cappello rosso giallo e verde ricorda il segno algebrico e mandalico dell’infinito al femminile un otto in posizione orizzontale capelli bianchi e riccioli biondi sfuggono da sotto sul tripode un vaso tre piccoli dischi dadi un sacco giallo altri quattro dischi in due mucchi un bussolotto rosso una lesina dal fodero azzurro una histoire o storytell monadologia dalle combinatorie infinite dal tripode e dentro il tripode un dragone in absentia vale a dire il libro
dalla follia zero all’inganno come condizione esclusiva della conoscenza uno al topos metafisico della stessa sotto il segno di una perpetua inversione sessuale due la papessa quale scambio e sostituzione incalcolabile e interminabile dei sessi questo l’alluminatore in nero a disegnare in tutt’altri segni fra le connessioni keter, corona
mercoledì 4 agosto 2021
Allegoria dei sette calici
leggenda provvisoria dei sette calici
Azione come segue:
solleva il manto - sotto non porta nulla
scoprendo la metà inferiore del
corpo fin sopra l'ombelico celando il viso
dietro i drappeggi, finisce così.
Invisibili i reperti della preistoria.
Un fascio di fotocopie sciabole impolverate.
Su un muro in ombra così ancora bello
il libro illimite nel suo spalancarsi.
La figura invisibile che si dischiuse dalla melma alla luce
Che è seduta su un loto
Che naviga su di una nave
Che muta forma ogni ora seguendo i segni dello zodiaco
Il meriggio dunque il crepuscolo un'oscurità tre volte oscurata
I misteri - damascius, nella copula del piede e della corda tesa una
Nudità sette volte denudata, ingabbiata in una grata
Chiusa nell'orbita di rivoluzione e rotazione su e da sé
Dickinson lettera quindici danzatrice palco
Ritmo in disparte
Io un fantasma che recita la storia
Sfuggita alle ombre della morte e qui
Prosegue sospendendosi, nell'anniversario del gioiello
Smarrito. Prosegue in grossi tratti di pennarello:
II
Che figura avvinghiasse un trono sospeso per aria
E volasse sotto distese di fogli scritti.
Continua. nei gesti di un incantesimo, di una fiaba
Una glossa, una ninfa forse di crepuscolo il
Terminale di luce di una qualche aurora dorata gli
Occhi - azzurro un soprannome nella copula della
Mano e del dorso, del piede e della corda tesa, rompersi
In pezzi, tutta la follia di un contorsionista, diventare
Feticisti fino alla bava, ritrovare l'insieme del didietro
Dell'occhio e del piede, continua a matita in un
Pulviscolo di grafite che rammemora la tenebra e l'ombra
Evoca: la cessazione del dolore.
giovedì 22 luglio 2021
quando nell'andare...
Quando nell'andare, aperta la porta, scorgere i sandali, ed il liquore, anfora o fiasco vestita di vimini, intensa aura di un'assenza, e quando capita capita, orrida stanchezza, in questo mare c'è l'amaro ma non il sale, non più sforzi allora, lo sforzo che cerca amore: se vi è una contrazione che sia cosmica, che sia tellurica, e non una sottospecie di congegno dell'intenzionalità. se runa o lusus, quanta fluida bellezza, pazza (mater) dulcissima. qui non scorre amore, non regna, qui morte non va oltre la noia, non si fa guardare per vergogna - dell'esausta mattina è perso ogni pensiero.
Quella notte, che giocasse lo sguardo a scorrere nell'oceano fiammeggiante che lo perde, leggera fuga lo fa evaporare in non telecomandata danza, dissolvendolo in un divampare che non smette, giocare esto juego, en una manera o en la otra, il come a volta a volta, volta stellare, mano a mano, bocca a bocca, parole spezzettate, i vari pezzi rimessi insieme, in combinazioni che offrono suoni, che offrono colori, che offrono profumi, su un vassoio che è rame, che è argento brunito vivo, sotto la coltre qua e là opaca, è concavo, è convesso, il cerchio fra i tre fiumi si espande, racchiude i rami, la finestra mai vista, il serpente travestito, tutte le scene possibili di ciò. E questa che pare una ragnatela e non è nulla.
mercoledì 21 luglio 2021
ciò che è proclamato
Ciò che è proclamato senza mezzi termini - senza mediazioni del concetto ma nella cattura reciproca di voce e racconto quando eluda l'impostura dell'identità - suona come bisognerebbe diventare feticisti fino alla bava, insieme dell'occhio del didietro e del piede, sentendo in tutto il corpo la follia di un contorsionista, per ritrovare in sé ciò che è miserevolmente fallito all'inizio della costituzione del corpo umano (il fiasco di ciò che non siamo: a questa più che divina sorgente di non essere una vita attingere); la citazione, come è nel suo costume: cassata ed interpolata. Per cui non da quelle del rappresentabile a occhieggiamenti ancheggiamenti sdilinquimenti slinguazzamenti, ma da altre sfere provengono: teatrologia pura ed incandescente.