L'infinita spirale, la madre, colei che scorre, la voce,
dice: musica, elasticità assoluta,
soluzione, dissoluzione imponderabile passione di luna selenitica
in dissolvenze atemporali la morte, da sempre ingioiellata,
agonia di luci verdi
respiro che si diparte e circola autoemanandosi da un occultato centro
(occhi nel calore);
fiaba di salnitro sulle pareti dell'ineffabile; vivere in larghe deliranti spirali nel mondo e cosmo
vivere nelle loro pietraie: pisciando sui ragni,
il fiume parla
l'uragano ha fatto l'aria più vera
(splendido gelo);
sfera di cristallo, improvvisi bagliori di perla,
depravazione di forme barocche limpidissime,
l'absolu (signes)
pezzi di sapone colorati
che un precario torrente ha sfaldato
(le loro forme intorno a se stesse, cera di candela)
le realtà al singolare e plurale;
disciolta unità continua a disciogliersi
frigge la secca erba dei fantastiliardici secoli - luce,
concerto d'infinito sulle corde della grande arpa,
fuggendo in gioiosa fuga.
Assaggiata questa beatitudine d'erba, alberi e fango
a distesa
su nell'azzurro, su un ippogrifo:
ecco il vortice, il risucchio, in getti di luce,
Tutto è spettacolo, io, microscopico ente cellulare,
scrivente esplosivo:
snodato, disossato, purificato,
limpida, verde visione concentrica.
Il mio assoluto brucia nei messali dell'eternità.
In oniriche scatole impolverate, i miei favolosi H. Hesse,
l'alba, la stessa, dopo miliardi di anni, la stessa magia,
lo stesso prestigiatore, lo stesso architetto
Selenitica aurora. / Nutrirsi bambinesco, da un tegame cosmico /
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