venerdì 29 luglio 2022

da "v p fredda felice luce di saturno"

Accanto alla suonatrice di flauto, che era nuda e sedeva rannicchiata vagamente in una positura della quale l'artifizio maggiore come il meno evidente era l'assoluta mancanza di angolosità (la figura sinuosa si stagliava cioè in una composizione armonizzata che escludeva ogni spigolo, smussava ogni appuntimento, ed in ciò risiedeva uno dei canoni normativi del suo sistema di figurazione) erano disposti in bell'ordine, lucidamente rilegati, i volumi degli annali della società. Di duecentoquattro fascicoli uno ne mancava: era stato temporaneamente ceduto all'archivio universitario, i cui funzionari ne avevano fatto esplicita e formale richiesta alla società. Accendere il fornello, suscitandone il delicato vampeggiare giallo e blu, solo casualmente screziato di rosso (un rosso diverso da quello della fiammella del fiammifero, così alonato dal giallo dello zolfo che brucia nell'attimo susseguente a quello dello sfregamento accensorio) era stato l'ultimo di una serie di gesti svariati, fra i quali tutto sommato pochi erano stati eseguiti in vista di qualche scopo o meta, seppure vaghi.






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