lunedì 21 giugno 2021

rahu

Non andrà da nessuna parte in nessun giorno ed in nessun tempo. L'ottavo giorno della settimana, il pianeta inesistente, buio e retrogrado, procuratore di eclissi e provocatore di sparizioni - il viaggio escatologico è nel cuore stesso che si compie, là il principio vitale, la radice invisibile ed inafferrabile nel processo di minimo si trasforma in massimo ("negli intrichi infiniti degli ornamenti asiatici si trova forse un istinto di questo genere, un istinto a superare le frontiere"). Capovolgersi delle nozioni di sé e di altri nonché delle pratiche ad esse collegate. L'oggetto si manifesterà allora come non funzionale né funzionante, semioforo ed eterotopico; la sua comunicabilità sarà quella della rovina, il suo statuto quello indefinito e fluttuante della metasignificazione, che elegge il soggetto come agente doppio di un trasporto altrove e la casa come progettazione provvisoria e catastrofica. I principi più profondi sono vuoti e remoti ("recitava" l'iscrizione) e la loro sfera è lontana dalle frontiere di questo mondo corrotto. I disegni divini sono di sublime vacuità ed i loro principi sono inaccessibili in queste regioni dell'impurità. Amici io vi dico che in questo corpo stesso si trova il mondo, l'origine del mondo. Trascritto in caratteri più teurgici che geroglifici, precisamente questa scrittura, come una grotta od un castello nascosto. Si limita ad offrire le sue grazie a chi capita, impegnando tutto il suo corpo.

Rahu: né simbolo né immagine d'alcunché. Buia invisibile avvolgente decorazione di niente, immerso in una impenetrabile meditazione come in una vasca. Nulla ne può aggredire il cosiddetto corpo né se ne può scalfire la sostanza chiamata anima











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