martedì 20 novembre 2018

appare



Appare. Tocca subito gli spiriti, oltre illusori diaframmi e membrane oltre ogni atmosfera che mente, e mentono sempre. Dice: "quanto passa dietro questa fronte non è tuo - in brevissimo tempo vedere". Per ora registrare l'accadere all'infuori del vederlo, un puro guardare che sconfina nel sentire.
Appare. È fuoco che fiorisce sulla terra, circondandola, ne è circondato, non si sa che sia questa corolla fiammeggiante.
Mentre reciprocamente si mangiano e danzano cielo e terra, è il guizzante sorriso a dischiudere luce argentea, ondeggiando come per dolcezza di vento, sono carezze, al di qua di ogni traduzione, al di qua è un'ipotesi, "danza roseo chiffon, striscia nella ventata", ecco: sempre più lontano da ogni segno dell'occidente, per lo meno da quello diurno, e non vi è che un occidente diurno. Stomaco dorme dietro il plesso.
Appare. Tocca subito gli spiriti, avanti alle luci indefinibili, c'è del verde, coltri cristalline invisibili se non di profilo, come ricurva liquidità incisa, navigano, ad una velocità non finita.
La trovo nella parola interminabile di una veglia, in felici sospiri e sorrisi, nello scintillio di sguardi innumeri. Cosa succede se il numero smette di rappresentare? Succede che è. Si sciolgono piedi, caviglie, polpacci, ginocchia, cosce, nella curvatura infinita, non si sentono più, il cervello teatro, molteplice schermo insostanziale, riceve.
Nella sua esattissima fino alla mostruosità ebrezza, incede.
Il disco di rame brilla, i riflessi che dà sono atipici, quasi di luna (ed è incredibile che). Qui, per una principessa in pericolo di vita, a trascrivere nonsochesia.
Incede. Il suo moto circolare non si chiude.
Non un diritto, non un rovescio, ci sono ambedue.
Non "ciò che si può connotare".
La sua lucidità inimmaginabile e la sua ebrezza profonda non sono per essere distinte, senza continuità o soluzione di o della, niente all'infuori di questa miriade di prodigi librantesi oltretempo, esso il tempo può distruggere tutto, e lo distrugge, ma può essere distrutto, e viene distrutto, vedi come e quanto mirabile esserne recettore, e questa è la trasmutante onda, è il non fermarsi.







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