Maestro Chan Shouya
Elogio di Guanyn che porta il canestro dei pesci, orgoglio
dei pescatori
D'una ritrosa leggiadria, nessuno vi può competere
porta del pesce da vendere, sorride a Malang venuto a salutarla.
Pura e fresca appare la sua umida nudità, la sua veste è rovinata,
la gonna color garanza non copre i vezzi di perla
...
attirare l'amore degli uomini in grandissimo numero
questo il voto della bodhisattva
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Dalla raccolta dei detti del maestro chan Fo Jian
Il puzzo di pesce e la sporcizia ne attraversano il corpo, senza
che se ne accorga.
Al mercato del pesce valuta le occasioni.
Il pesce dentro il canestro, le perle nella veste.
A comprare e vendere vi è poca realtà e molta vacuità.
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Due invenzioni poetiche sul tema della bodhisattva Guanyn, derivante da una mutazione al femminile della figura di Avalokitesvara, avvenuta in epoca tarda internamente al buddismo cinese, destinata anche ad una assimilazione (sotto il nome di Kannon) da parte del pantheon giapponese. Si noti qui come in pochissimi versi vengano evocati motivi dell'iconografia popolare (la patrona dei pescatori), allegorie senz'altro debitrici alle concezioni tantriche (il fascino, la nudità, il vezzo di perle) e da ultimo, con essenzialità straordinaria l'assiomatica propriamente buddista del vuoto; a conferma di un eclettismo che raccoglie la sfida a dire tutto con poco, e a mostrarne l'inconsistenza ultima.
[pubblicato originariamente sulla rivista "fotocopianda" negli anni novanta]
[pubblicato originariamente sulla rivista "fotocopianda" negli anni novanta]
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