ELOGIO DELLA NEOTENIA
LEGENDA
ALLEGORIA DEGLI EPISTOLARI E DEGLI INTERTESTI, con epigrafe da queer: uno che fra la vita ed il lavoro aveva scelto lo scrivere; e ripresa di alcuni pensieri, da nietzsche: il nostro mondo, nella sua totalità, non è che la cenere di innumerevoli esseri viventi; e per quanto il vivente sia poca cosa rispetto alla totalità, resta comunque il fatto che, già una volta, tutto è stato convertito in vita, e continuerà perciò ad esserlo. Guardiamoci dal dire che la morte sarebbe opposta alla vita. il vivente è semplicemente una specie del morto ed una specie assai rara. ulteriore epigrafe, da julio cortazar: non è altro che la remota, insistente voce con cui certe correnti del buddismo, del vedanta, del sufismo, della mistica occidentale, ci incita a rinunciare una buona volta alla mortalità.
inoltre, da hegel: quella vita che sopporta la morte ed in essa si mantiene è la vita dello spirito.
(drin drin drin): i nanetti si son svegliati, nel silenzio spettrale di cuneo, così innominabile che qualcuno dovrà pur dirlo, fosse pure in un haiku, nel frammento di un incantesimo o nella cantilena di una antichissima cerimonia, allora scrivere, non c'è altro da fare, lo scrivere pone fine a questo altro e al fare in sé, in una fuga senza fine da questa noia ignobile, invece un luminoso gioiello, lo splendore dell'ignoto e milioni d'ignoti splendori, per eccellenza musica, fate presto prima si muti tutto in merda, per oggi basta, non sarà mai un oggi, questa ed altre storie a rallegrare la sfinitezza dell'anima, cercatelo, dove si raccoglie completamente, nelle sue candide iscrizioni su bianco, là tutto è notte, nyx, il passo da erebo a eros, fra illusorie striature d'incandescente titanio
ovunque non sia, altro non sarà dato oltre quella perfezione che s'annienta di continuo di là da sé stessa, in sé così racchiusa, una lettera ornata a decorare il nulla che continua e continua
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