giovedì 5 ottobre 2017

suite


Proseguimento scritto di un colloquio parlato.

Passare, nella passione, dal non sognare diurno al sogno, che è comunque notturno; dal non dipingere al dipingere; dal non pensamento (del concetto) al pensamento (non del concetto. Con il reale che si restringe e si riduce fino a restare al dieci per cento, tende alla discesa fino a zero (0).
c.f.r. "Blow up", il tennis senza pallina (oh, solo una pallina, nient'altro, eppure); "tanti saluti alla realtà".
Un piano a più punte, situate a differenti livelli che esse stesse individuano figura orizzontale tipica del balletto moderno quale disegnando attraverso dei salti non in verticale dei piani a più punte, ed ogni punta è il punto d'entrata, l'accesso diverso dall'altro, un segno che immobile per un secondo o anche meno esibisce un passaggio, più come passaggio che come direzione, ma anche come direzione; vettori pochi e più che fungibili, più per scherzo che sul serio.

Lavoro come un registratore ad alta infedeltà, o come l'idraulico di
sfiducia.
Viene fuori questo, scritto mi pare l'autunno dello scorso anno: il contatto con "ta onta" (le cose che sono) è "perduto". È il linguaggio, solo il linguaggio, il luogo di costituzione del concetto di realtà; la realtà è la descrizione che se ne dice o se ne insegna; è il risultato, ed assolutamente non il punto di partenza di una pedagogia (leggi svezzamento violento) a noi inflitta.
Non trascrivo oltre, non arrivo ai punti lasciati in sospeso.

fine della lettera, per ora cinque ottobre millenovecentosettantasette alle h sedici e venticinque.






Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.