Rif.: Ron
Silliman, La frase nuova (da The New Sentence),
tr. it. di
Gherardo Bortolotti in «L'Ulisse»,
n. 13, aprile 2010, pp. 22–42:
(poi in «il verri», n. 48, febbraio 2012:
La new sentence è un altro modo (forse definibile [molto] statunitense)
di articolare la différance. Come momento terzo, che non potrebbe
esserci (e non c'è), all'interno di [o in un'apparenza di interno di] un
possibile artiglio tripartito hegeliano.
Se una (un'idea di) différance sposta sulla stessa improponibilità del
tertium una dis/integrazione di un binomio, e di fatto arretra a disgregare le pregresse articolazioni del discorso, la new sentence mette sul tavolo da gioco il
terzo elemento. Lo esprime. Assurdamente, lo delinea. Ne delinea uno assurdo.
Irrelato con i due “termini” (o la sequenza di termini) iniziali, e scardinante.
In questo risiede il suo contributo al contesto (che “contesto” non è)
della marca, dell'intacco, dell'imene, della soglia, del né-né.
Il momento “then”, sillogistico e illogico, positivo e deviante, della
new sentence è un gancio né-né che spezza (o meglio rovescia in evidenza
l'infondato del)l'unità della frase che pure (apparentemente) la generava.
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