Montagna addossata a montagna. Doppia montagna. Perfettamente integrate la configurazione fallica e la simbologia femminile. C'è solo questa montagna, sospesa, poggia su sé stessa, dunque sul vuoto, di qui il manifestarsi di una natura doppia. Era tutt'uno con quel percorso, mantenere il segreto su tutto questo, il riso, in cuor suo - stati di meditazione profonda, il monte, racchiudendo un mistero lo mostrava; ghiacciai tormentati e morene invivibili, un delirio permette a loro di non perdersi; una nuova, più affascinante avventura: la fuga. Di alcuni processi percettivi nell'arte moderna. Per esempio il nesso fra danza e pittura, fino all'identificazione e oltre in "Victory boogie woogie". Se esistenziale sia lo spazio e spaziale l'esistenza; con riferimenti alla interminabile inchiesta goethiana sui colori. Non che poi si distinguessero le routines narrative dai giri di parole delle descrizioni. Baratta, sull'esplicitazione e la valorizzazione, in "Dance" (Lucinda Childs) di un ritmo biologico tradizionalmente inibito o messo in parentesi. Né storici né oggettivi i cronotopi dell'opera o spaziotempi, se in essi vi sono flussi altro non accade che un tornare su di sé, unica legge, men che mai legale, il ritmo, disse di sviluppo interno, vale a dire una contraddizione in termini. In un sistema di osservazione che osserva sé stesso (quanto allo schema ritmico) un certo disinteresse per l'azione a tutto vantaggio della retro azione, convalida ulteriormente di quest'ultima la natura genetica e primaria. Strapiombi gialli, dove la montagna disegna una serie infinita di camini; quella pittura, nel cui abissale silenzio tutto risuona - non nell'azione, ma nell'abbandono cedette i suoi intimi umori; sorride, al di sopra delle nubi. Spinto dalla passione al di là dell'apparenza: un preciso ricordo della vacuità dell'esistere, il suo essere niente, il lapsus dell'esistere, non avendo desideri il mondo vi appare, capovolto. Gli occhi diretti verso il vuoto di vuoto si nutrivano, erano vuoto essi stessi.