giovedì 29 dicembre 2016

dentro le ventiquattro ore


con volto due piccole e sudice gabbie, orrori veduti e patiti la voce echeggiò per i corridoi

tracy lola o camilla, il suo nero corpo d'amore in un film fra queste d'amour e pantomima da menade, sullo sfondo di un codice orfico, quello della contrabbassista amica del cuore, Mingus in versione secca al femminile, votato al trasporto saffico; dalle note finali allo sbattimento dei ciak nominativi si suggella (forse) il carattere di commedia e senz'altro di finzione della scelta dei partners, sia essa monogamica o no, un gradino più giù, volutamente, delle sofisticate problematizzazioni di Broadway; la fisicità sessuale dirompente non è mediata dall'ornamento, ma è posta essa stessa come ornamento, e quest'ultimo è un mezzo di scrittura. L'archetipo musicale, invisibile, connette le energie in campo. Questo la sera prima. Erano in tre nel letto a tre piazze, fratello, sorella ed un'altra donna ancora. Questo la sera prima, come già è stato detto. La aprogettualità estensiva e multipla dei mezzi di comunicazione, in cui si sovraespongono Mozart ed una nota di Giorgio Colli, in un fine settimana del tutto incentrato sulla particolare singolarità di un carattere - il tracciato un marker autografo edizione francese. Lo tuo piacer prendi per duce e amor che con quanti denti morde. Incentrato, il week end, sulla particolare sfumatura di un carattere, fra un sogno senoi ed una metamorfosi ovidiana. In quanto a Peter Greenway, il ventre dell'architetto: non abbastanza denarrativizzato, cioè ricondotto all'anarchia dei suoi motivi, riproduzione, immortalità, storia o quel che ne resta, infine la commedia tremenda delle somatizzazioni.




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